PAPASIDERO (COSENZA), 11 NOV – I resti di un giovane cacciatore vissuto sedicimila anni fa sono stati riportati alla luce nell’area del sito archeologico ”Grotta del Romito” di Papasidero. La scoperta, che e’ stata fatta dall’equipe guidata dal prof.
Fabio Martini, del Dipartimento di Paletnologia dell’Universita’ di Firenze, ha consentito di apprendere nuove tecniche di sepoltura di cui non si aveva ancora conoscenza. L’evento coincide con il cinquantesimo anniversario del rinvenimento del famoso graffito del Bos primigenius.
Tali scoperte collocano il sito archeologico ”Grotta del Romito” di Papasidero tra i piu’ interessanti d’Europa.
Per celebra questa ricorrenza ricorrenza il Comune di Papasidero sta lavorando ad ”un calendario di manifestazioni che scandiranno i prossimi mesi, ma, soprattutto, l’Amministrazione e’ impegnata nella realizzazione di infrastrutture che rendano pienamente fruibile il sito ai visitatori.
”In particolare – affermano gli amministratori – intendiamo allestire un archeodromo all’interno del Parco archeologico, dove saranno ricostruiti gli ambienti del Paleolitico, e rendere i locali dell’Antiquarium, sede del museo di Papasidero, idonei ad ospitare i reperti originali rinvenuti nella Grotta nel corso degli anni, che attualmente sono conservati tra Firenze e Reggio Calabria”.
”Inoltre, e’ necessario sistemare il tratto stradale che conduce al sito, attualmente non adeguato ad un’area di cosi’ ampia rilevanza archeologica. Siamo convinti – concludono – che tutti gli enti preposti, ed, in particolare, la Soprintendenza, la Regione, la Provincia, ma anche l’Ente Parco, faranno la loro parte per valorizzare la ‘Grotta del Romito’, nella consapevolezza che essa rappresenta non soltanto un patrimonio culturale inestimabile da tutelare, ma anche una occasione di sviluppo”.