Un popolo che non custodisce gli anziani non ha futuro né memoria

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Maltrattati, truffati e abbandonati, sono tre aggettivi usati per descrivere il trattamento riservato alle persone più deboli, ammalati e anziani in primis.

Seduto su una sedia a rotelle, scruta dalla strada il risalire di una macchina, il sorriso gli si apre sul volto, finalmente qualcuno si reca a trovarlo. Camicia aperta in petto, maglietta della salute in bellavista, pantalone invernale con le pieghe del corpo a indicarne l’uso quotidiano e ripetuto, pantofole aperte dietro indossate sui calzini.

“Non posso camminare, la dottoressa mi ha detto che non mi circola bene il sangue, mi sono venute delle croste sul capo e su tutto il corpo probabilmente dovute ai medicinali, mi sono uscite delle piccole chiazze su tutto il corpo ma il dottore ha detto che non è nulla, faccio l’ossigenoterapia tutti i giorni e mangio poco perché appena lo faccio vomito. Gesù Cristo mi prendesse con sé, sono un peso per me e per gli altri. Ho fatto la guerra, sono sopravvissuto ai campi di prigionia in Africa e adesso non posso nemmeno alzarmi per camminare con le mie gambe. La vecchiaia è una carogna e quando uno deve vivere in questo modo, è meglio morire”. 

In quegli occhi pieni di tristezza, stanchi e fissi nel vuoto, bisognerebbe immedesimarsi e immaginarsi fra un po’ di anni, quando ci si ritroverà nella medesima condizione, pronti per l’ospizio, pesi quotidiani per le nuove generazioni, abbandonati al proprio destino da un mondo che non avrà più tempo e pazienza per i più vecchi.

Eppure, in passato quegli stessi occhi hanno guidato generazioni di adolescenti anche attraverso le rotte più complesse della vita. Oggi, invece, solamente dei vecchi, sofferenti e giacenti sulle carrozzine, ieri, persone chiamate papà, nonni e zii.

Il mondo attuale dimentica troppo velocemente il passato, impegnati tutti nelle diatribe quotidiane, consumati e violentati nei sentimenti più umani. Una società liquida, in cui i valori fondanti di una comunità scompaiono nel dimenticatoio di un’esistenza superficiale e tanto egoista.

Ogni anziano rappresenta la storia, le origini, la vita, senza di loro non ci sarebbe futuro né memoria.

22/07/2014 – Alberto De Luca