Una filosofia in gioco

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Era il 25 Giugno del 2010 quando la Spagna campione d’Europa in carica affrontava in una gara decisiva il Cile del “Loco” Bielsa. La Roja era considerata da tutti la vera favorita del Mondiale ma la falsa partenza contro la Svizzera aveva posto moltissimi dubbi sulla bontà della formazione spagnola. Sembrava che per l’ennesima volta la Spagna avrebbe deluso nel momento della verità, limite che solamente negli Europei del 2008 era stato superato dagli allora uomini del Ct Aragones.

Alla fine, però, la Spagna incantò il Cile battendolo per 2-1 e da lì cominciò la scalata al mondo certificata dal gol di Iniesta nella finale contro l’Olanda.

Sono passati 4 anni da allora e nel frattempo la Spagna ha arricchito la sua bacheca di un altro Europeo ma, nello stesso tempo, sono passate altrettante primavere per gli uomini di Del Bosque, anni che si stanno facendo sentire in alcuni degli uomini decisivi della squadra campione del Mondo. L’esordio da incubo contro l’Olanda ha certificato i limiti attuali della Spagna contro le big mondiali: gioco lento e poco redditizzio, giocatori chiave in fase calante ed evidenti limiti difensivi. Nonostante l’arrivo del nuovo spagnolo Diego Costa, la Roja non riesce a finalizzare il suo continuo Tiqui Taqua e subisce terribilmente le offensive avversarie. Robben, ad esempio, ha banchettato nella tragicomica difesa spagnola di venerdì.

I perchè di questa debacle sono molti: innanzitutto Casillas ha confermato lo scarso stato di forma palesato durante le poche partite stagionali, concluse sì con la vittoria della Champions ma anche con la topica che aveva permesso all’Atletico di andare in vantaggio. In difesa la coppia Sergio Ramos-Pique conferma per l’ennesima volta la poco amalgama in campo e fuori, non riuscendo a trovare quell’intesa tanto determinante quando si affrontano squadre come l’Olanda. A centrocampo Xavi e Iniesta non sono gli stessi dell’ultimo Europeo e in attacco Diego Costa è già a rischio: dovrebbe subentrare al suo posto il falso 9 Fabregas.

Del Bosque dopo la debacle contro l’Olanda ha predicato calma, confermando che è stato solo un episodio, ma all’interno dello spogliatoio il dibattito è acceso: il Tiqui Taqua è ancora proponibile o bisogna cambiare la propria filosofia di gioco? La squadra sembra spezzata a metà a questo riguardo, come confermano le interviste degli ultimi giorni a Xabi Alonso e Fabregas.

Si ritorna così al Cile, avversario nella gara del secondo turno, dal quale dipenderà il destino dei campioni in carica: una sconfitta sancirebbe in pratica l’eliminazione spagnola. Un risultato assolutamente impensabile solo una settimana fa ma che adesso rischia di diventare realtà. Il “barcellonista” Sanchez e il sogno blaugrana Vidal rischiano di diventare i carnefici di un paese intero. Da questa partita non passa soltanto il destino di queste due nazionali ma anche il definitivo, o meno, tracollo di una filosofia di gioco.