Una vergogna per Bisignano
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“Perché?”
Molti bisignanesi si chiedono proprio “perché?”! La tristezza della domanda traspare già nel suo porsi, in quanto essa non nasce in relazione a problemi metafisici od ontologici, propri di una classe di filosofia (non si pretende ciò…); non è neppure riferita alle domande fondamentali che ogni religione pone – chi siamo? da dove veniamo? dove andremo? perché esistiamo? – Allora, se religione e filosofia vengono scartate a priori, potrebbero rimanere le questioni esistenziali – perché ha senso vivere? – che tanto affannano la cultura novecentesca, soprattutto dopo la consapevolezza amara della morte di Dio, profetizzata da Nietzsche, e l’incertezza dell’Io minato dall’inconscio, per Freud…
Ma niente di tutto questo angustia la quotidianità di un piccolo paesino di provincia, così spesso dimenticato da tutti, così tanto acclamato dai molti. Allora se filosofia, religione ed esistenzialismo rimangono fuori dall’orizzonte culturale bisignanese, quale è il problema che emerge? Problema anch’esso culturale, ma anche sociale e politico: perché la cultura non è solo l’erudizione di un’aula universitaria, ma anche, e soprattutto, il saper vivere nel sociale, nel comune, nell’interazione con l’Altro, e nel rispetto dell’Altro, verso un Fine ultimo, il Bene Comune: ma, come lo stesso Aristotele disse già ben 2300 anni fa, il Bene si raggiunge solo operando del bene: virtuoso è colui che compie azioni virtuose, buono è colui che compie azioni giuste – il “fare” è un fare autotelico, dove il fare è nell’azione stessa, non in un fine fuori di se da raggiungere senza tener conto dei mezzi usati. Questo dovrebbe connotare il comune “fare” quotidiano.
Allora perché abbiamo un paese sommerso dai rifiuti? Ecco il problema principale: niente di speculativo, di aulico, solo una semplice constatazione mondana, immanente. Perché, nonostante l’utilizzo della raccolta differenziata casa per casa, vi sono montagne di rifiuti depositati presso i pochi cassonetti rimasti nel paese? Due possono essere le soluzioni: o l’efficienza del servizio non è ottimale, e i rifiuti in eccesso vengono gettati nel primo cassonetto “disponibile”, o il servizio, in alcune zone del paese, soprattutto in campagna, è assente. Qualunque sia il motivo, la risposta non può avere una logica, se non quella del profitto o del “perbenismo mascherato”. La situazione si fa critica non tanto per l’orrore artistico, ma soprattutto per i disagi “materiali” provocati dall’accumulo della spazzatura: animali randagi che frugano fra i rifiuti, possibili contaminazioni del territorio limitrofo, nonché presenza di insetti che, a lungo andare, potrebbero essere causa di diffusione di malattie…
Allora perché il tutto non viene risolto? Perché non si prendono provvedimenti a favore di una politica del territorio più sana ed ecologica? La mia non vuole essere una condanna, ma una critica dei fatti; è vero, Nietzsche affermava: “non ci sono fatti, ma solo interpretazioni”: la mia vuole essere una interpretazione dei fatti stessi, per denunciare un problema che sul territorio esiste, per spronare chi di competenza affinché la situazione possa risolversi al più presto e nel più breve tempo possibile.
Perché in altri paesi, limitrofi a Bisignano, ciò non succede? Perché il paese a monte non presenta questi problemi, invece tutte le campagne ne sono colme? Esiste una “spazzatura” di serie A e una di serie B? Inoltre (anche se questo non è un problema recente, ma è sempre esistito) perché gli argini dei fiumi (Crati e Mucone) sono, in alcuni punti, stracolmi di rifiuti fra i più vari (gomme, copertoni, ruote, frigoriferi, materassi, cucine, contenitori differenti in forme e materiali) che molto spesso si riversano nel letto dei fiumi, inquinando oltre che la terraferma, anche le acque? Possibile che questi problemi, presenti alla luce del sole, non possano risolversi in alcun modo?
Ecco i “perché” dei cittadini bisignanesi. Non i soli, ma, negli ultimi giorni, i più urgenti.
Sicuramente vorremmo discutere di altri “perché”: culturali, sportivi, artistici, al limite anche filosofici e/o religiosi. Ma quelli che si presentano di fronte al nostro agire quotidiano non sono di tale fattura. Quindi non illudiamoci che Bisignano possa decollare sulle ali del progresso e della fantasia, dell’arte e della cultura, della critica costruttiva e del buon sociale. Eppure, le note positive sono tante e svariate, aperte su tutto il territorio e mai spente del tutto. Dobbiamo quindi impegnarci a non farle divenire dei semplici fuochi fatui col quale giocare a nascondino. Dobbiamo levarci alla luce del sole, per costruire un mondo migliore, diverso, vivibile. A noi la scelta: o cadere nel baratro della consuetudine, o prendere in mano le sorti del nostro destino e fare del nostro paese, della nostra cultura, del nostro territorio un qualcosa del quale esser fieri e nel quale è bello vivere, in armonia e in pace!
Giuseppe Donadio