BISIGNANO Il comitato delle vittime del sangue infetto continua a richiedere i giusti diritti. La delegazione calabrese, rappresentata dalla tenace bisignanese Adriana Broccolo, sta cercando ormai da anni di ottenere soltanto quello che spetta alle vittime, ovvero l’utilizzo dei fondi previsti dalla legge 210/92. Fondi che, beninteso, spettano di diritto e tardano ad arrivare. Non si parla di semplici giorni d’attesa, bensì di anni di indugi immotivatidalla burocrazia, che hanno costretto il comitato a sollecitare l’organo regionale, nonché direttamente l’ispettorato di Funzione pubblica, sottolineando gli omessi riscontri da parte della Regione Calabria sull’utilizzo fondi della legge 210/92 e il mancato pagamento ratei bimestrali e delle altre spettanze: «La Regione non ha inteso riscontrare a nessuna delle missive trasmesse in spregio alle norme che regolano sia i procedimenti amministrativi che quelle della trasparenza amministrativa oltre a palesare un atteggiamento che ostacola il lavoro di soggetti portatori di interessi diffusi quale la nostra associazione». Sempre insieme al presidente nazionale, Monica Trapella, i membri del comitato calabrese si sono rivolti al ministero della Salute in modo da far trapelare tutto il disagio vissuto. Il comitato, così, ha inteso continuare la propria battaglia civile e questa volta Adriana Broccolo ha inoltrato una missiva al dipartimento Salute della Regione Calabria, chiedendo un incontro ufficiale che possa, in qualche modo, dare dei chiarimenti necessari per i fondi della legge 210/92: «Questa associazione in data 27 novembre 2015 ha trasmesso al Presidente della Regione, a mezzo posta certificata, apposita istanza relativa ai fondi in oggetto. Tale istanza è stata anche trasmessa, a mezzo posta certificata, al dipartimento. A tutt’oggi non è pervenuto nessun riscontro a tale istanza come, peraltro, registrato per altre istanze trasmesse da questa associazione sia al dipartimento che alla stessa presidenza pur essendo, tali istanze, presentate a tutela di interessi diffusi di soggetti rappresentati da questa stessa associazione. Tralasciando la violazione alle norme che regolano l’attività amministrativa di un Ente pubblico, il mancato riscontro alle predette note può configurarsi come mancanza di volontà da parte della Regione Calabria di confrontarsi con questa associazione che si adopera per la tutela dei diritti di persone che non possono essere “percepite come disturbo” ma come categorie “protette” da tutelare in tutte le sedi come, tra l’altro, previsto dalle medesime norme. I benefici concessi dalla legge 210/90, e norme a questa collegata, sono dei diritti dovuti a persone “malate” per colpa dello Stato ed i ratei concessi a ristoro di tale colpa sono un diritto riconosciuto da norme e non “un regalo” che lo Stato eroga per il tramite delle Regioni». Diritti che, in terra di Calabria, tardano ad arrivare, come ricorda Adriana Broccolo: «Non sta agli uffici regionali operare alcuna discrezionalità, come purtroppo successo nella Regione Calabria, sul pagamento dei ratei bimestrali dovuti ai soggetti interessati per legge come le rivalutazioni dovute anche per legge e consacrate dalle giurisprudenze anche in sede comunitaria. Né i soggetti interessati devono essere costretti a portarsi negli uffici regionali o tempestarli di telefonate per chiedere il rispetto di tale diritto. Le funzioni trasferite dallo Stato alle Regioni non dovrebbero creare, nell’ambito dello stesso diritto, trattamenti differenti, cioè i titolari dei benefici rimasti in capo allo Stato vedono pagarsi puntualmente ratei e rivalutazioni mentre quelli trasferiti alla Regione Calabria subiscono ritardi e mancata applicazione delle medesime norme. Il mancato finanziamento da parte dello Stato, per alcune annualità, delle funzioni trasferite alle Regioni riguardanti la legge 210/92 era una questione tra le Regioni e lo Stato e non una questione tra le Regioni e i titolari dei diritti della medesima legge. Le deleghe si onorano oppure se ne chiede la revoca nelle forme previste dalle norme». Nella stessa missiva, inoltre, viene invitata la stessa Regione a guardare per bene i bilanci e le relative voci in materia, segnalando come «non risulta chiara l’effettiva disponibilità di bilancio anno 2016 per il pagamento di quanto dovuto ai soggetti dei benefici della legge 210/92 poiché gli uffici regionali continuano ad affermare, se pur verbalmente, di avere a disposizione solo 8 milioni di euro per liquidare sia i ratei 2016 che gli arretrati rivalutazione e che tale somma è collegata ai trasferimenti statali relativi alla legge di stabilità 2014».
Massimo Maneggio