Dopo Stefano Turati (esordio in A in Juve-Sassuolo 2-2), i neroverdi hanno un altro talento in porta, ovvero Gioele Zacchi, che scala le gerarchie del settore giovanile emiliano, emergendo come uno dei migliori interpreti del ruolo a livello giovanile. Modenese di nascita, dopo gli inizi nel Savignano è approdato al Sassuolo nel 2014 mettendo subito in mostra il suo talento nella ormai trascorsa stagione 2019/20. Il classe 2003 ha difeso la formazione Under 17, con l’ottimo score di 19 reti al passivo in 18 presenze e corredate da sei gare con imbattibilità. Un rendimento che Zacchi ha confermato anche in azzurro: è lui il titolare dell’Italia Under 17, ricordando nello stile Peruzzi. Ovvero non un portiere altissimo (1,83 m) ma straordinariamente reattivo tra i pali.
Per i numeri fatti vedere dal giovane Zacchi (che oggi compie 17 anni, auguri!) si può già ipotizzare un gran futuro tra i pali, ma a patto di mantenere i piedi a terra saldamente. La missione di quanti lo hanno allenato e del Sassuolo ora è farlo migliorare nei vari aspetti dell’allenamento (aspetto tecnico, tattico, fisico e mentale) e, di riflesso, aiutarlo ad esprimere al massimo il suo vero potenziale.
E – con un po’ di campanilismo, bisogna smetterla con la moda del portiere non italiano, che è ancora più incessante nelle categorie inferiori: senza nulla togliere alle abilità sportive degli stranieri, è in Italia che bisogna insistere, per non disperdere un patrimonio tecnico di prima qualità. E a Sassuolo lo hanno capito da un pezzo.
E nel caso di Zacchi i presupposti ci sono tutti. Un totem sul quale la retroguardia neroverde sa di poter fare affidamento… anche nella massima serie? Chissà…